per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

giovedì 31 marzo 2011

VANGELO DEL GIORNO


Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68



Giovedì 31 Marzo 2011


Giovedì della III settimana di Quaresima





Libro di Geremia 7,23-28.

Ma questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici.
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle,
da quando i loro padri uscirono dal paese d'Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre;
eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri.
Tu dirai loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno.
Allora dirai loro: Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca.

Salmi 95(94),1-2.6-7.8-9.

Venite, applaudiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.
Venite, prostràti adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce: "Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,14-23.

Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate.
Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.


Traduzione liturgica della Bibbia

Chi non è con me è contro di me

La Quaresima è un tempo di conversione. È anche un tempo di lutto. La lotta che dobbiamo affrontare si pone su diversi piani: dobbiamo lottare contro noi stessi, contro il nostro io, il nostro orgoglio; dobbiamo lottare contro il demonio e le tentazioni che fa nascere; dobbiamo infine lottare contro ogni realtà che ci allontana da Gesù, da ogni ostacolo che ci impedisce di essere con lui. “Chi non è con me, è contro di me”: queste parole hanno un significato molto profondo e possono servirci di regola in ogni cosa. Essere con Gesù deve essere la nostra prima ed unica preoccupazione. Allora la mattina, non appena ci svegliamo, la nostra prima azione cosciente sia un atto di adorazione: mostreremo così a Gesù il nostro desiderio di essere con lui e questo sarà il modo migliore per uscire dal torpore, dal sonno dell’incoscienza in cui il demonio potrebbe farci cadere. Durante la nostra giornata, prima di ogni azione, ritorniamo così a Gesù, cerchiamo di restare sempre in sua compagnia. È così che noi “raccoglieremo con lui” mentre il demonio cercherà con ogni mezzo di “disperderci”, di farci perdere tempo, di farci allontanare dall’essenziale.

«Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!» (Matteo 27, 40).


Non bisognerebbe mai dimenticare l’origine santa del dono della libertà. Chi è costretto ad amare amerebbe davvero? Neppure Dio ha voluto adeguare il suo amore a questa tristissima ipotesi. Cristo poteva, infatti, usare la sua libertà per scendere dalla croce e incenerire con un semplice sguardo i suoi carnefici. Egli avrebbe però tradito se stesso; Dio, invece, è un Dio fedele!

Cristo ci ha lasciati liberi di amarlo o di non amarlo. Un rischio! Un rischio che Dio ha voluto correre… e del quale non si è ancora pentito!

Cristo per quella libertà (la libertà di offrire all’uomo la salvezza attraverso il sacrificio di Se stesso) ha pagato il suo prezzo. Non è sceso dalla Croce!

”Dio è il Dio della libertà. Egli che possiede tutti i poteri per costringermi, non mi costringe. Egli mi ha fatto partecipe della sua libertà. Io lo tradisco se mi lascio costringere”(Martin Buber).

mercoledì 30 marzo 2011

VANGELO DEL GIORNO

Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68


Mercoledì 30 Marzo 2011

Mercoledì della III settimana di Quaresima




Meditazione del giorno
Sant'Agostino : « Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento »

Libro del Deuteronomio 4,1.5-9.

Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.
Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente.
Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?
E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?
Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.

Salmi 147,12-13.15-16.19-20.

Alleluia. Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion.
Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
Manda sulla terra la sua parola, il suo messaggio corre veloce.
Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina.

Annunzia a Giacobbe la sua parola, le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
Così non ha fatto con nessun altro popolo, non ha manifestato ad altri i suoi precetti. Alleluia.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,17-19.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.


Traduzione liturgica della Bibbia





« Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento »

martedì 29 marzo 2011

Conducimi


Signore, fa di me ciò che vuoi!
Non cerco di sapere in anticipo i tuoi disegni su di me,
voglio ciò che Tu vuoi per me.
Non dico:
"Dovunque andrai, io ti seguirò!",
perché sono debole,
ma mi dono a Te perché sia Tu a condurmi.
Voglio seguirTi nell'oscurità,
non Ti chiedo che la forza necessaria.
O Signore, fa' ch'io porti ogni cosa davanti a Te,
e cerchi ciò che a Te piace in ogni mia decisione
e la benedizione su tutte le mie azioni.
Come una meridiana non indica l'ora se non con il sole,
così io voglio essere orientato da Te,
Tu vuoi guidarmi e servirTi di me.
Così sia, Signore Gesù!




VANGELO DEL GIORNO


Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68


Martedì 29 Marzo 2011

Martedì della III settimana di Quaresima




Meditazione del giorno
Liturgia ortodossa della Santa Quaresima: Aver pietà del nostro prossimo, così come Dio ha avuto pietà di noi

Libro di Daniele 3,25.34-43.

Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo tuo amico, di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, ora siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia.
Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c'è confusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
Fà con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi, dà gloria, Signore, al tuo nome.

Salmi 25(24),4-5.6-7.8-9.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato.
Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre.
Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 18,21-35.

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».


Traduzione liturgica della Bibbia



Martedì, III di Quaresima

INNO
Accogli, o Dio pietoso,
le preghiere e le lacrime
che il tuo popolo effonde
in questo tempo santo.
Tu che scruti e conosci
i segreti dei cuori,
concedi ai penitenti
la grazia del perdono.
Grande è il nostro peccato,
ma più grande è il tuo amore:
cancella i nostri debiti
a gloria del tuo nome.
Risplenda la tua lampada
sopra il nostro cammino,
la tua mano ci guidi
alla meta pasquale.
Ascolta, o Padre altissimo,
tu che regni nei secoli
con il Cristo tuo Figlio
e lo Spirito Santo.
Amen
LETTURA BREVE Rm 12,9-12
La carità non abbia finzioni: fuggite dal male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.
ORAZIONE
Salga a te, Dio onnipotente, la nostra lode della sera e scenda su di noi la tua benedizione, perchè oggi e sempre possiamo gustare il dono della tua salvezza.
Per il nostro Signore.

domenica 27 marzo 2011

GRATUITA'


Nall'amore umano, in genere, si ama perchè si è amati: e anche quando l'amore è bello, si ama nell'altro qualcosa di sè.
C'è sempre qualcosa di egoistico nell'amore umano, oppure si attende ad amare, quando l'interesse ci porta ad amare.
L'amore divino soprannaturale, invece, è gratuito, ama per primo.
Se vogliamo quindi, lasciar vivere l'"uomo nuovo" in noi, se vogliamo lasciare accesa in noi la fiamma dell'amore soprannaturale, dobbiamo anche noi amare per primi.
 
Chiara Lubich

VANGELO (Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.



+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande de! l nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Parola del Signore

venerdì 25 marzo 2011

VANGELO DEL GIORNO


Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68



Venerdì 25 Marzo 2011


L'ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (Solennità)






Libro di Isaia 7,10-14.

Il Signore parlò ancora ad Acaz:
"Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto".
Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore".
Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?
Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.

Salmi 40(39),7-8.9.10.11.

Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto,
che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore".
Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea.


Lettera agli Ebrei 10,4-10.

poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri.
Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà.
Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge,
soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo.
Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,26-38.

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.


Traduzione liturgica della Bibbia

Gli Auguri


Bruno Ferrero - Libro: Il Segreto dei Pesci Rossi
Il piccolo Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di San Valentino per tutti i suoi compagni di classe.
La madre istintivamente esclamò: "Ma no! Non è il caso!".
Ogni giorno osservava i bambini quando tornavano a casa a piedi da scuola. Il suo Carlo arrancava sempre per ultimo. Gli altri ridevano e formavano un'allegra e rumorosa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo. La madre decise di aiutare il figlio e acquistò cartoncini e pennarelli. Per tre settimane, sera dopo sera, Carlo illustrò meticolosamente trentacinque cartoline di San Valentino.
Giunse il giorno di San Valentino e Carlo era fuori di sé per l'emozione. Le accatastò con cura, le mise nello zainetto e corse fuori. La madre decise di cucinargli il suo dolce preferito e farglielo trovare con una tazza di cioccolata calda per quando sarebbe tornato a casa da scuola. Sapeva che sarebbe rimasto deluso e forse in questo modo gli avrebbe alleviato il dolore. Avrebbe dato una cartolina a tutti, ma lui non ne avrebbe ricevuta nemmeno una.
Quel pomeriggio preparò la torta e la cioccolata. Quando udì il solito vociare dei bambini, guardò fuori della finestra. Stavano arrivando, ridendo e chiacchierando come al solito. E come sempre l'ultimo era Carlo. Da solo.
Entrò in casa quasi di corsa e buttò lo zainetto su una sedia. Non aveva niente in mano e la madre si aspettava che scoppiasse in lacrime. "La mamma ti ha preparato la torta e la cioccolata", disse, con un nodo in gola.
Ma lui quasi non sentì le sue parole. Passò oltre, il volto acceso, dicendo forte: "Neanche uno. Neanche uno!".
La madre lo guardò incerta.
E il bambino aggiunse: "Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno".
"Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato" (Giovanni 6,39).
Neanche uno.

giovedì 24 marzo 2011

dalle centurie sull'ascesi e la contemplazione...1-6

a cura di Giovanni Vannucci
Al Padre Raffaello Taucci che nello smarrimento dei tempi ha conservato l'immagine del monaco vero
PADRI DEL DESERTO
SAN MASSIMO IL CONFESSORE -...
Testi scelti dalle sette centurie sull'ascesi e la contemplazione
1. C’è un Dio, senza principio, al di là di ogni comprensione, che possiede la pienezza dell’essere, ed esclude del tutto ogni domanda sul quando e sul come Egli sia, essendo inaccessibile nella Sua essenza e inconoscibile ad ogni creatura.
6. E’ scritto, Dio è il sole della giustizia (Mal. 4, 12) che sparge i raggi della sua bontà su tutti, in egual misura.
Ma l’anima, a seconda delle sue disposizioni, è come la cera, se ama Dio, o come fango. se ama la materia.
Come è nella natura del fango di essere prosciugato dal sole, e in quella della cera di esserne ammorbidita, così l’anima, attaccata alla materia e al mondo, se, nel ricevere le parole di Dio che la guidano alla scoperta della ragione, le respinge a causa del suo disordine, diventa dura come il fango e, come Faraone, va alla perdizione.
L’anima che ama Dio, in un caso simile, si ammorbidisce come la cera, e, ricevendo l’impronta delle immagini delle realtà divine diventa nello spirito l’abitazione di Dio.
Continua...

Il Regno di Dio

“Quant’è difficile, per coloro che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!” (Lc 18,24). Perciò è necessario, dice Gesù, un cambiamento radicale del nostro atteggiamento. È necessario liberarci di tutte le ricchezze che appesantiscono il nostro cuore, è necessario staccarsene, perché esse ci impediscono di vedere il povero che “giace alla nostra porta”. Chi tra noi oserebbe dire che non tiene a nessuna ricchezza? Siamo tutti assai preoccupati di noi stessi, del nostro agio, dei nostri interessi... La vera privazione, la più importante agli occhi di Dio, è quella che libera il nostro cuore dal suo egoismo e che lo apre agli altri.
Il Vangelo ci dà modo di conquistare veri tesori che nulla può intaccare: mettendo al servizio dei poveri, con umiltà, tutto ciò che abbiamo in beni materiali, talento, potere, qualità. Allora, coloro che avremo soccorso verranno da questa terra in nostro aiuto: non solamente faranno scaturire ciò che vi è di migliore in noi, la gioia del dare, ma ci faranno ottenere per noi un posto nel regno di Dio, che non appartiene che ai poveri.




dalla Parola

mercoledì 23 marzo 2011

Gesù l'ha detto:

 Io Sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:) e in nessun altro vi è la salvezza, poichè non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati (Atti 4:12)

VANGELO DEL GIORNO

Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68


Mercoledì 23 Marzo 2011

Mercoledì della II settimana di Quaresima


Santo(i) del giorno : B. METODIO DOMENICO TRČKA, Sacerdote e martire

Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo : Bere il suo calice per siedere alla sua destra

Libro di Geremia 18,18-20.

Ora essi dissero: "Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi, né l'oracolo ai profeti. Venite, colpiamolo per la sua lingua e non badiamo a tutte le sue parole".
Prestami ascolto, Signore, e odi la voce dei miei avversari.
Si rende forse male per bene? Poiché essi hanno scavato una fossa alla mia vita. Ricordati quando mi presentavo a te, per parlare in loro favore, per stornare da loro la tua ira.

Salmi 31(30),5-6.14.15-16.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda; quando insieme contro di me congiurano, tramano di togliermi la vita.
Ma io confido in te, Signore; dico: "Tu sei il mio Dio,

nelle tue mani sono i miei giorni". Liberami dalla mano dei miei nemici, dalla stretta dei miei persecutori:


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 20,17-28.

Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici e lungo la via disse loro:
«Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte
e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli;
ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere.
Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo,
e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo;
appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».


Traduzione liturgica della Bibbia


Il sacrificio della Croce

La croce è sempre presente nel cuore di Gesù. È la meta della sua vita. Sarà un sacrificio liberamente offerto, e non solo un martirio: Gesù ben lo mostra annunciando con precisione ai suoi apostoli che cosa gli sarebbe accaduto. Certo, egli aggiunge che “il terzo giorno risusciterà”, ma si sente che ora è tutto rivolto alla passione che si avvicina. I sentimenti di Giacomo, di Giovanni e della loro madre appaiono molto umani. Questo bisogno di gloria, questo bisogno di apparire, esiste in ciascuno di noi. Il nostro io resta sempre più o meno occupato dal desiderio di dominare. Ma Gesù ci avverte come avverte Giacomo e Giovanni: se vogliamo essere con lui nella sua gloria, dobbiamo bere per intero il suo calice, cioè dobbiamo anche noi morire, fare la volontà del Padre, portare la nostra croce seguendo Gesù, senza cercare di sapere prima quale sia il nostro posto nel suo regno.
La reazione di sdegno degli altri dieci discepoli è anch’essa molto umana. E Gesù, seriamente, li invita a un rovesciamento totale di valori. Nella nuova comunità per la quale egli sta per dare la vita, il primo sarà l’ultimo, “appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Chiediamo la grazia di divenire servi, e servi davvero umili, pronti a soffrire e a sacrificarsi.

dalla Parola

martedì 22 marzo 2011

L'umiliazione

Sin dall’inizio della Quaresima Gesù ci incita a fare l’elemosina, a pregare e a digiunare non “per essere ammirati dagli uomini”, ma solamente per il Padre. Il nostro io cerca sempre di essere approvato, ama tutto ciò che lo mette in mostra, si compiace delle lusinghe. Non abbiamo paura di chiedere la morte di questo io, perché il nostro cuore possa finalmente risuscitare con Gesù. Guardiamo Maria, umile “serva del Signore”, nella quale si è incarnata, in tutta la sua logica d’amore, questa regola misteriosa: “Chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”. Maria era immacolata, eppure Dio poteva immediatamente “vedere la sua umiltà”. Noi, che siamo peccatori, abbiamo bisogno di essere “abbassati”, e per questo l’umiliazione è un’ottima scuola. Chiediamo allo Spirito Santo di farci amare le umiliazioni. Smettiamo di affligerci per i nostri difetti, se essi possono contribuire ad umiliarci; rimpiangiamo solamente il peccato che è in noi. Si ama così poco l’essere umiliati! È una delle pratiche più difficili! Non scegliamo le umiliazioni, non cerchiamole, ma chiediamo a Dio di darci quelle di cui abbiamo bisogno, e sforziamoci di vivere nella gioia!
L’umiliazione è una grazia, essa ci “abbassa”, ma, se noi l’accettiamo, essa ci immerge nella misericordia del cuore di Gesù, che ci “innalza” con lui sino al Padre.

Quarta centuria sull’amore...93-96

PADRI DEL DESERTO
SAN MASSIMO IL CONFESSORE -Le quattro centurie sull’amore...
Quarta centuria sull’amore...
93. Niente può sostituire un amico fedele (Eccles. 6, 15); egli considera come sua la disgrazia dell’amico e la prende su di sè, soffrendo anche fino alla morte.
96. Ci sono quattro maniere principali nelle quali Dio si allontana da noi: una è provvidenziale quando l’iniziativa è del Signore stesso affinché l’apparente allontanamento salvi coloro che sono così abbandonati un’altra è una prova, come accade a Giobbe e a Giuseppe, per far rifulgere l’uno come una colonna di forza e l’altro come una colonna di castità; e un’altra ancora ha lo scopo di ammaestramento spirituale, come per l’Apostolo Pietro, per conservare in lui, mediante l’umiltà, l’abbondanza della grazia.
In ultimo c’è l’allontanamento sperimentato dagli Ebrei, per condurli al pentimento con la punizione.
Tutte queste specie di allontanamento sono salutari e piene di grazia Divina e di amorosa sollecitudine.
CONTINUA....

lunedì 21 marzo 2011

VANGELO DEL GIORNO



Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68


Lunedì 21 Marzo 2011

Lunedì della II settimana di Quaresima




Meditazione del giorno
Sant'Isacco Siriano : « Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro »

Libro di Daniele 9,4-10.

e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: "Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l'alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti,
abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi!
Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese.
A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te.
Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te;
al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui,
non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti.

Salmi 79,8.9.11.13.

Non imputare a noi le colpe dei nostri padri, presto ci venga incontro la tua misericordia, poiché siamo troppo infelici.
Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome.
Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la potenza della tua mano salva i votati alla morte.
E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di età in età proclameremo la tua lode.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 6,36-38.

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Traduzione liturgica della Bibbia

La Misericordia

Gesù ci chiama di nuovo ad imitare il Padre celeste con l’essere misericordiosi. Questa insistenza è dolcissima, poiché noi tutti abbiamo esperienza della nostra miseria e attraverso questa esperienza possiamo capire cosa sia la misericordia. Ma è anche rigorosissima, poiché Gesù ci avverte che vi è una esatta proporzione tra la misericordia che esercitiamo nei confronti dei nostri fratelli e quella che riceveremo dal Padre. Una frase sconvolgente, a pensarci bene! Dio ci ama al punto di mettere nelle nostre mani la “misura” stessa di cui egli si serve per elargire il suo amore. Ma egli vuole che noi ce ne serviamo come lui, per dare senza misura.
Gesù ci indica quattro modi assai pratici di esercitare la misericordia. Primo: non giudicare. Durante questa Quaresima prendiamo la decisione di non giudicare mai. Sforziamoci di fare un digiuno di quei giudizi spontanei che diamo così spesso, in parole o in pensieri. Anche se siamo responsabili di qualcuno, non dobbiamo mai giudicare le sue intenzioni; non sappiamo quali siano i suoi sentimenti profondi, e il segreto del suo cuore non appartiene che a Dio.
Condannare è ancor peggio: è dare un giudizio definitivo. Evitiamo la più piccola condanna, nelle nostre parole e nei nostri gesti. Al contrario, sforziamoci sempre di assolvere, di scusare, di rimettere a ciascuno il suo debito; cerchiamo di perdonare sempre e riceveremo anche il perdono del Padre. È così che verrà il regno di Dio “come in cielo così in terra”.
 



dalla Parola

Quarta centuria sull’amore...89-90

PADRI DEL DESERTO
SAN MASSIMO IL CONFESSORE -Le quattro centurie sull’amore...
Quarta centuria sull’amore
89. Nella misura in cui pregherai per chi ti ha calunniato, Dio rivelerà convincentemente la verità sul tuo conto a coloro che hanno aperto la strada alla tentazione.
90. Dio solo è essenzialmente buono, e solo chi imita Dio è buono nelle disposizioni della sua anima; perché il suo volere è di unire i cattivi a sè, che è, essenzialmente
buono e renderli di conseguenza buoni.
A questo fine, quando è oltraggiato, benedice; quando è perseguitato, sopporta; quando è infamato, conforta; e quando viene trucidato, prega per gli uccisori (I Cor. 4, 12-13).
Egli fa tutto questo per non allontanarsi dal Suo fine principale: l’amore.

domenica 20 marzo 2011

Quarta centuria sull’amore...83-88

PADRI DEL DESERTO
SAN MASSIMO IL CONFESSORE -Le quattro centurie sull’amore...
Quarta centuria sull’amore...
83. Se qualcuno ti ha ingiuriato, non odiarlo; odia l’ingiuria e il demonio che lo ha istigato a farlo.
Se hai in odio chi ti ha ingiuriato, non ami e così trasgredisci il Comandamento.
Se osservi il Comandamento, agisci Verso di lui con atti di amore e aiutalo, se puoi, ad allontanarsi dal male.
86. L’amore e la padronanza di sé liberano l’anima dalle passioni; la lettura e la meditazione, liberano la mente dall’ignoranza; e il raccogliersi in preghiera, mette l’uomo davanti a Dio stesso.
88. Nessuna sofferenza è più dura da sopportare della calunnia, sia contro la fede che contro il modo di vivere.
Nessuno può rimanervi indifferente a meno che, come Susanna, non tenga gli occhi rivolti a Dio, che solo ha il potere di liberare gli uomini dalle afflizioni, come liberò lei, per mostrare agli uomini una convincente verità, e confortare l’anima con la speranza.

VANGELO DEL GIORNO


Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna Gv 6, 68


Domenica 20 Marzo 2011

II Domenica di Quaresima - Anno A



Meditazione del giorno
Sant'Efrem Siro : « Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto»

Libro della Genesi 12,1-4.

Il Signore disse ad Abram: "Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò.
Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra".
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

Salmi 33(32),4-5.18-19.20.22.

Poiché retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia, della sua grazia è piena la terra.
Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore, egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia, perché in te speriamo.


Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 1,8-10.

Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio.
Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità,
ma è stata rivelata solo ora con l'apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo,

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,1-9.

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete».
Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».


Traduzione liturgica della Bibbia

sabato 19 marzo 2011

Quarta centuria sull’amore 75-81

PADRI DEL DESERTO
SAN MASSIMO IL CONFESSORE -Le quattro centurie sull’amore...
Quarta centuria sull’amore
75. L’amore di Dio si contrappone alla sensualità, perché spinge la mente ad allontanarsi dai piaceri dei sensi; l’amore del prossimo si contrappone all’ira, perché fa disprezzare fama e ricchezze.
Esse sono le due monete che il Signore ha dato all’oste (Luca 10, 35) perché si prendesse cura di voi.
Ma non mostratevi ingrati unendovi ai ladri, per non esser nuovamente feriti e lasciati non semivivi, ma morti.
81. Le cause che distruggono l’amore sono le seguenti: il disonore; le perdite subite; le calunnie sia contro la fede che il modo di vita; i maltrattamenti; i colpi; le ferite e cose
simili, sia che accadano a noi stessi o a parenti o ad amici. Coloro che abbandonano l’amore per una qualsiasi di queste ragioni, non hanno ancora capito il senso dei Comandamenti di Cristo.

CONTINUA....

ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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