per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

martedì 29 aprile 2014

La regola degli ipocriti: non giudicare!



Gesù prima comanda di giudicare secondo giustizia e poi dice: "Non giudicate". Forse che il Signore a questo riguardo si contraddice? Oppure la Bibbia, sul giudicare, ha da dire molto di più che di solito molti si rendano conto? 
Più volte Gesù insegna a giudicare rettamente, insistendo: "Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate secondo giustizia"(Gv. 7:24). Egli, poi, una volta, loda un uomo dicendogli: "Hai giudicato rettamente" (Lu. 7:43). L'apostolo Paolo svergogna i cristiani di Corinto dicendo loro: "Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime?" (1 Co. 6:2). Egli scrive pure: "L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno. Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?» Ora noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Co. 2:15,16).

Da dove mai è venuta fuori oggi l'idea che noi non dovremmo mai giudicare gli altri? Forse che i molestatori di bambini dovrebbero sfuggire alla giusta loro condanna? Dovrebbe forse la società astenersi dal giudicare coloro che sono stati arrestati per omicidio? E perché bisognerebbe giudicare chi ha giudicato?

Prendendo a prestito i personaggi di C. S. Lewis, immaginate questo dialogo fra un giovane demone di nome Malacoda ed il suo malvagio zioBerlicche. Questa diabolica conversazione potrebbe essere avvenuta un secolo fa.

Malacoda: I credenti hanno così tante armi a loro disposizione! E' difficile neutralizzarle. Ci vuole gran fatica anche solo per rallentare l'opera di un singolo cristiano.
Berlicche: Vedi, il tuo approccio a tu per tu è inefficente. Questa è l'epoca della pubblicità e del marketing di massa. Se tu riesci a neutralizzare in un solo colpo l'intero gruppo, avrai realizzato qualcosa.
Malacoda: Sfortunatamente non sono molto produttivo. Nel tempo che ci vuole per frustrare un credente, io potrei tentare una dozzina di pagani.
Berlicche: Non perderti di coraggio, Berlicche. Stiamo studiando proprio ora un piano per bloccare l'intera Chiesa con un solo colpo.
Malacoda: Non credo proprio che sia possibile. Vedo bene come i cristiani mettono in guardia la gente dalla possibilità di finire all'inferno. Tutto quello che posso fare è distrarne uno per breve tempo.
Berlicche: Abbiamo pensato di avvalerci delle parole stesse del loro Capo.
Malacoda: No, ti prego, non farlo. Non scherzarci nemmeno con le Sue parole. Non lo potrei sopportare.
Berlicche: Se vuoi davvero crescere e diventare un diavolo efficente, devi imparare ad usare le parle del Nemico contro di Lui.
Malacoda: Mi sembra così pericoloso. Che parole vorreste usare?
Berlicche: "Non giudicate"!
Malacoda: Non capisco perché mai Egli vorrebbe dire loro di non giudicare. Sono confuso. Non ha forse comandato ai Suoi seguaci di riprendere, ammonire e giudicare centinaia di volte nel Suo Libro? E' esattamente ciò che intendono dire. Potrei anche aggiungere che tutto questo mi rende molto triste.
Berlicche: Vedi, quando il loro Capo disse loro quelle parole, egli stava parlando ad ipocriti. "Non giudicate ... voi ipocriti" , dice più avanti nello stesso paragrafo.
Malacoda: Sì, ma, come si può usare quel "Non giudicate" per neutralizzare l'intera Chiesa?
Berlicche: Dobbiamo fare in modo che essi ignorino il fatto che Egli stava parlando ad ipocriti. Egli, infatti, dice a degli ipocriti di noi giudicare, almeno fintanto che smettano di fare loro stessi quello che condannano negli altri. Dobbiamo però indurre i cristiani a pensare che nessuno di loro non dovrebbe giudicare, mai.
Malacoda: Che idea! Fantastico! Se riesci a far passare una cosa del genere sarà proprio un bel colpo! Ora comprendo: impediremmo loro, così, di emettere un qualsiasi giudizio su chiunque: i malvagi non saranno giudicati come tali! Sì, così essi non saranno più in grado di ammonire nemmeno coloro che sono sessualmente immorali! Brillante!
Berlicche: La cosa è persino più brillante di quanto tu ti renda conto. Se possiamo sedurre i cristiani a seguire le istruzioni riservate agli ipocriti, trasformeremmo essi stessi in ipocriti. E' come gli impiegati dello stato quando seguono stupide regole con tale precisione da trasformarsi da esseri umani in burocrati, fannulloni che solo rendono difficile la vita ai cittadini, invece che facilitarla. Lo schiavo che volentieri ubbidisce al suo padrone comincia a conformarsi al padrone. Se i credenti volontariamente si sottomettono a regole fatte per gli ipocriti, essi si conformeranno all'ipocrisia. Con un po' di fortuna potremmo persino impedire loro di contrapporsi agli stessi increduli perché, come ben sai, caro Malacoda, contrapporsi significa giudicare. Se, così, essi non giudicano gli increduli, essi si dimostrano ipocriti che professano di credere all'Evangelo avendone però rinnegata la potenza.
Malacoda: Ah ah, sono proprio eccitato. Quando cominciamo?
Berlicche: Stiamo preparando la cosa. Tu renditi disponibile, fa la tua parte.
Malacoda: Cioè?
Berlicche: Fa' si che i tuoi obbiettivi leggano la Bibbia il meno possibile. Non preoccuparti se essi si limitano ai loro venti versetti favoriti, i soliti luoghi comuni. Accertati che rimangano ignoranti della maggior parte della Parola.
Malacoda: Maestro, sei davvero brillante!
Berlicche: Chiamami maestro, se vuoi, ma fa che non ti senta il padrone.

Ecco, così, come una menzogna possa paralizzare la Chiesa. Quando Dio ammonisce "Aborrite il male" (Ro. 12:9) egli ammonisce contro "l'ipocrisia". Eppure, per aborrire il male, qualcuno deve prima giudicare il male. Incapaci, così, a giudicare, un granm numero di cristiani diventa ipocrita ubbidendo alla Regola d'Oro degli Ipocriti. Dato che l'ipocrita non vuole essere giudicato, egli nemmeno giudica, come Gesù disse: "Non giudicate ... voi ipocriti" (Mt. 7:1,5; Ez. 16:52). Perché "Non giudicate"Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro (Mt. 7:12). "...perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi" (Mt. 7:2). Si opera così un'inversione. Invece di dire: "Non giudicate per non essere giudicati (dato che voi stessi che fate le stesse cose)", diventa: "Non giudicate, così non sarete giudicati".

Gesù ripete spesse volte questo tema nel Suo ministero: "Ipocriti, l'aspetto della terra e del cielo sapete riconoscerlo; come mai non sapete riconoscere questo tempo? Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?" (Lu. 12:56,57). Eppure, i Suoi stessi seguaci hanno ignorato per la maggior parte il fermo rimprovero del Signore: "Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene[cioè, giudicare] per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello" (Mt. 7:5). "Non giudicare" è il Giuramento d'Ippocrita...

"Non giudicate" è il miglior rifugio dell'ipocrita. Chi vive in una casa di vetro non dovrebbe giocare a tirare i sassi. Tali cristiani dovrebbero traslocare. Essi dovrebbero andare ad abitare: "...alla casa del gran Dio. Essa viene costruita con blocchi di pietra e nelle pareti si inserisce del legname" (Ed. 5:8).

I cristiani vivono ne "l'edificio" di cui Cristo è "la pietra angolare" (Ef. 2:20)"Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà" (Mt. 21:44; Lu. 20:28; cfr. Es. 32:20). Meglio essere giudicati da un cristiano che essere stritolati da Cristo.

Gli omosessuali, come gran parte della cinematografia contemporanea, lo ripetono in continuazione come un mantra: non giudicate, non giudicate, non giudicate... fintanto che le masse ne risultino del tutto ipnotizzate. Gesù non intendeva questo.

La Scrittura tratta di temi che vanno dalle cose semplici fino alle verità più avanzate. Il "latte" è per i bambini in Cristo, "la carne" è per chi è adulto in Cristo. La questione è che se i cristiani debbano o non debbano giudicare è "latte". E' asilo infantile. Anche chi è credente da poco tempo comprende immediatamente come egli debba giudicare. Giudicare gli altri è fondamentale. Non è un versetto difficile e non è in alcun modo controverso.

"Chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino" (Eb. 5:13). La Chiesa, oggi, non riesce a digerire il lattosio, ha persino problemi di digestione con il latte!

L'estrema ignoranza della Bibbia ha reso storpia la Chiesa e questa paralisi lentamente sta diffondendosi e facendo del male ad ogni comunità locale. Qual è la percentuale dei cristiani che non è stata fatta soccombere all'inganno del "Non giudicare"? C'è anche solo l'un per cento dei credenti che non è stato fatto deviare su questo vicolo cieco? Anche solo una veloce inchiesta fra i membri medi delle chiese potrà dimostrare che probabilmente 99 di loro su 100 citano a sproposito Gesù ripetendo il mantra del "Non giudicare". I credenti devono ravvedersi da questo peccato e chiedere a Dio di dare loro sapienza tanto da impedire loro di essere di nuovo ingannati.

Maledici Dio e muori! E' forse questo un buon consiglio? Eppure lo troviamo letteralmente nella Bibbia. E' il consiglio dato dalla moglie di Giobbe al suo povero marito: "Ma lascia stare Dio, e muori!" (Gb. 2:9). Molti versetti, se strappati dal loro contesto, possono rovinare intere vite. Giuda: "si allontanò e andò a impiccarsi" (Mt. 27:5) e, come disse Gesù: "Va', e fa' anche tu la stessa cosa" (Lu. 10:37). Il credente che non abbia fame della Parola di Dio, è suscettibile ai pericoli più assurdi.

"Non giudicare" è la preghiera di coloro che vogliono nascondere una lampada accesa sotto un secchio. Il cliché descrive il sale che ha perso il suo sapore e che non serve più né per condire né per conservare. Questa seducente menzogna tira fuori le sue vittime dal ministero. Come semplici spettatori essi si limiteranno a guardare la partita dalle tribune. Là, però, sono in una zona di tutta sicurezza. "Non giudicare", così inteso, ha solo l'effetto di deresponsabilizzare.

Agli Ebrei Dio disse: "Se tu cammini nelle mie vie e osservi quello che ti ho comandato, anche tu governerai [o "giudicherai"] la mia casa, custodirai i miei cortili" (Za. 3:7). Come membra del Corpo di Cristo oggi siamo ancora meno in gradi di Israele di "giudicare rettamente" (De. 1:16,17; Le. 19:15). Mosè aveva stabilito come giudici un capofamiglia su dieci (Es. 18:25; De,. 1:5). Dovrebbero forse i cristiani strappare via dalla loro Bibbia tutto il libro dei Giudici? Dovremmo forse nel nostro Paese eliminare ogni tribunale, o almeno fare in modo che tutti i giudici cristiani rassegnino le loro dimissioni? Dovrebbero i credenti ignorare l'ammonizione di Paolo: "Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi? Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita! Se avete dunque delle cause giudiziarie per cose di questa vita, stabilite come giudici quelli che nella chiesa sono i meno stimati. Dico questo per farvi vergogna. Così, non c'è tra voi neppure un savio, che nel vostro mezzo sia capace di pronunciare un giudizio tra i suoi fratelli?" (1 Co. 6:2-5).

Notate come i cristiani "giudicheranno il mondo" (1 Co. 6:2). Dio, il Giudice, delega, infatti, il giudizio al Suo popolo. Anche gli esseri spirituali saranno sottomessi ai credenti: "Non sapete che giudicheremo gli angeli?". Allora ed oggi, i credenti: "Nelle contese essi faranno da giudici; giudicheranno secondo i miei decreti" (Ez. 44:24), come Dio disse. L'Onnipotente affida il giudizio alle mani dei Suoi ubbidienti servitori (Ap. 20:4).

Se Dio fosse il solo giudice, i peccati di tutti sarebbero "manifesti e li precedono al giudizio" (1 Ti. 5:24a). Proprio perché gli esseri umani, però giudicheranno i loro pari nel Giorno del Giudizio, i peccati di alcuni "li seguono" (1 Ti. 5:24b). I giudici umani sono già stati resi consapevoli dei peccati di uomini notori, ma essi non apprenderanno dei peccati di uomini oscuri fintanto che questo non sia rivelato nel Giorno del Giudizio. Inoltre, questi giudici umani conosceranno i peccati dei leader, delle celebrità e persino dei membri della propria famiglia che avevano accuratamente celato la loro malvagità.

Enok, il settimo da Adamo, sapeva tutto questo, perché diceva: "Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio contro tutti e per convincere tutti gli empi di tutte le opere d'empietà che hanno commesso empiamente e di tutte le parole offensive che gli empi peccatori hanno proferito contro di lui" (Gd. 14,15). Il Signore con i Suoi santi giudicherà il mondo!

Anche Gesù disse: "I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona" (Mt. 12:41) e, come disse Salomone: "la gelosia rende furioso il marito, che sarà senza pietà nel giorno della vendetta. Egli non accetterà alcun riscatto e non sarà soddisfatto, anche se dovesse fare molti regali" (Pr. 6:34,35). Dio dà la responsabilità della vendetta, della condanna e del giudizio ai Suoi servitori, perché: "...ogni lingua che si alzerà in giudizio contro di te, la condannerai. Questa è l'eredità dei servi dell'Eterno, e la loro giustizia viene da me», dice l'Eterno" (Is. 54:17).

Oggi, di fatto, molti credenti dicono: "Signore, no grazie. Quel dovere di giudicare lo passerò ad altri". Paolo, però, risponde: "Comincia a giudicare, perchè avrai bisogno di pratica" (1 Co. 2:15,16). Dio ricompenserà quelli che giudicano e che svolgono questo duro lavoro:"Quelli che rimproverano l'empio troveranno delizie, e su di loro scenderanno le migliori benedizioni" (Pr. 24:25).

Dovremmo forse perdonare e "non giudicare" assassini che non intendono ravvedersi dei loro misfatti? Le vittime delle atrocità umane gridano:«Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?»(Ap. 6:5). I cristiani del "non giudicare" condannerebbero questi martiri per aver solo gridato di volere giustizia!



di Bob Enyart (traduzione di Paolo Castellina)
http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2014/04/la-regola-doro-degli-ipocriti.html

giovedì 24 aprile 2014

Il Dio Giusto!



Tutti gli uomini divengono simili alle cose che adorano. Il nostro carattere interiore viene silenziosamente modellato dalla concezione di Dio che ci siamo fatta e dal modo in cui ce lo rappresentiamo. Il carattere cristiano è frutto dell’adorazione cristiana, il carattere pagano è prodotto dell’adorazione pagana; il carattere semi-cristiano è il risultato di una comprensione di Dio che è vera solo per metà. Il principio è sempre verificato: noi diveniamo simili a ciò che adoriamo, nel bene e nel male. “Come loro sono quelli che li fanno” (Salmo 115:8).
Se questo è vero, ne consegue che ciò in cui dobbiamo impegnarci, al di sopra di tutte le cose, è nell’ottenere una concezione e una comprensione del carattere e della persona di Dio le più perfette possibili. Sbagliare nella concezione dell’idea di Dio, infatti, significa sbagliare in tutto ciò che riguarda la nostra religione. Questo, probabilmente, è il problema più difficile di tutti. È il problema dei problemi. Oh, se solamente potessimo conoscere Dio per com’egli è; se solamente potessimo pensare a lui e comprendere com’è veramente! Se giungessimo a ciò, ci ritroveremmo sul pinnacolo più elevato di tutta la conoscenza e, allora, potremmo cominciare sul serio a progredire nel nostro cammino cristiano. Non ci meravigliamo, perciò se Mosè chiese a Dio: “Mostrami la tua gloria”! (Es. 33:18). Noi non saremo mai in grado di condurre altri o di insegnare nulla di profittevole fino a quando non avremo visto la gloria di Dio e non saremo giunti ad apprezzare l’eccellenza della sua supremazia.

La grande trappola che Satana ha preparato da sempre all’umanità, nel corso di tutta la sua storia, è stata quella di offrire false rappresentazioni di Dio. L’avversario ha impiegato tutta la sua abilità di venditore per piazzare immagini falsate e contraffatte del vero Dio. Lo ha fatto fin dal principio guadagnando un catastrofico successo: “Come! Dio vi ha detto…?” Le energie dell’inferno sono impiegate continuamente in quest’unico intento: dipingere Dio con falsi colori e porlo in una falsa luce. La storia della religione è il lungo e triste commentario di questa propaganda diabolica: la guerra contro Dio. Se il dio di turno è Giove, Baal o Thor o qualunque altro, in fondo non importa. Ciò che conta è che Dio non sia Dio. Sia dio il legno, la pietra, l’oro o il pane, “l’essenza dell’Essere”, o anche “il grande Spirito universale”, o qualunque cosa vogliate. L’importante è che Dio non sia ciò che realmente egli è. Nessuno è mai riuscito ad usare tale abilità nell’inganno come il nostro Arcinemico. La sua arte la potrete trovare dietro ogni idolatria, antica e moderna. 
E vi assicuro che le idolatrie moderne non sono meno dannate e distruttive di quelle antiche.

Prima che un uomo cominci a predicare bisogna che abbia una chiara conoscenza di Dio per come egli è. Questa è la prima e la maggiore qualifica d’ogni profeta.  Deve conoscere Dio nel suo carattere essenziale. Il profeta è uno che dichiara chi è Dio. Tra le migliaia di false rappresentazioni di Dio sbandierate e accettate in questo mondo, il profeta proclama chi è Dio secondo verità. Il vero profeta, sotto questo aspetto, è radicalmente differente dal falso profeta.  Il falso profeta conforma la propria concezione di Dio all’opinione popolare. La sua predicazione intorno alla persona di Dio non offende nessuno perché egli lo presenta in modo convenzionale e, quindi, accettabile. Il falso profeta parla sempre di un Dio che è mansueto e pacifico. Il suo Dio si adatta perfettamente all’ordine costituito. Il suo Dio non fa paura a nessuno, non suscita alcuno sconvolgimento nella mente di chi ascolta, non disturba le loro coscienze addormentate, non suscita alcuna santa indignazione, non ispira alcuna giusta rivoluzione. Se il popolo vuole costruire un vitello d’oro, il debole profeta glielo cesella. Se il re o la regina patrocinano l’adorazione a Baal, il falso profeta li sostiene con ardore. Se l’imperatore Romano in carica avoca prerogative divine, il falso profeta offrirà la sua manciata d’incenso sull’altare, insieme a molti altri. È un amicone, rimane sempre sulla cresta dell’onda, è sempre popolare.

Il vero profeta invece, è sempre rifiutato e indesiderato. Egli è sempre troppo rude nel rompere i codici e le tradizioni della sua epoca. Egli guarda dritto al suo Dio e lo proclama com’egli è; anche se è molto diverso da come lo vorrebbero gli uomini del suo tempo. Egli parla del Dio Giusto. Egli annuncia l’Iddio che è – più di tutte le altre cose – geloso della propria gloria. Proclama un Dio che è il legislatore e il Giudice, che è trascendente e che non può essere addomesticato come un cagnolino messo al guinzaglio che non fa paura a nessuno.

Questa differenza tra i falsi e i veri profeti è molto evidente in tutta la Scrittura. Ci spiega perché Mosè, alla vista del vitello d’oro, infranse le tavole della Legge, in preda ad una santa indignazione. Ci fa intendere perché Micaia, il figlio di Imla, non poteva dire altro che male al re Acab (1 Re 22:8). Ci chiarisce perché Amos si guadagnò la reputazione di essere “uno che cospirava contro il re” (Amos 7:10). Dimostra con chiarezza la vera ragione della morte di Giovanni il Battista, di Stefano e di un esercito di martiri Cristiani. Tutti quanti loro proclamarono l’Iddio giusto che odia il peccato. Se avessero predicato “cose piacevoli” (Isaia 30:20) non li avrebbero ammazzati e avrebbero prolungato i loro giorni.

Gli dei falsi sono sempre “intra-mondani”. Vale a dire, appartengono a questo mondo e sono parte di esso. Essi sono inclusi negli schemi precostituiti di questo mondo e sorridono bonariamente all’umanità. Mentre ciò che è insopportabile dell’Iddio della Bibbia è che, continuamente, egli insiste nel proclamarsi a di sopra di tutto e di tutti. Egli è l’Iddio degli dei e il Signore dei signori. Non si può porre appello alle sue sentenze. Né uomini né governi possono porre il loro veto alle sue decisioni né mutare i suoi piani.
Il vero Dio è “extra-mondano”. Egli è al di fuori di questo piccolo mondo nel quale viviamo, e parla in modo da farci sentire terribilmente piccoli.“Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette” (Isaia 40:22). Il Dio della Bibbia, in effetti, non ha una grande opinione di ciò che noi amiamo definire “la grandezza umana”. Egli annuncia senza mezzi termini: “Gli uomini del volgo non sono che vanità e i nobili non sono che menzogna; messi sulla bilancia vanno su, tutti insieme sono più leggeri della vanità.”(Salmo 62.9). Questa è una lezione che gli uomini orgogliosi hanno dovuto imparare a costo di grandi sofferenze. Faraone l’ha dovuta imparare. Allo stesso modo degli Erodi e dei Cesari. E tutti gli orgogliosi l’impareranno.. alla fine.

La nostra generazione ha grande urgenza di porre a se stessa questa domanda: “Chi è e cos’è Dio?” Alla radice di tutta la falsa adorazione di Dio nel mondo contemporaneo c’è proprio questa causa: l’ignoranza del carattere di Dio.
Cosa ancora più difficile è: che si giunga a possedere una corretta concezione di Dio e la si mantenga senza sviarsene. Una corretta concezione di Dio deve ruotare intorno a questi due cardini: “Dio è luce” (1 Giov. 1:5) e “Dio è amore” (1 Giov. 4:16). Dio è perfetto in amore e santità. Entrambi gli attributi sono veri. Noi siamo al sicuro solamente se ci appoggiamo con uguale forza su entrambe le affermazioni. Diversamente, ci svieremo. La chiesa del Medioevo perse di vista l’Iddio d’amore; la nostra epoca è in grave pericolo di perdere di vista la giustizia dell’Iddio d’amore. Quando il cristianesimo perde contatto con la giustizia di Dio, scivola nel burrone del “paganesimo battezzato”. Se il Vangelo dell’amore di Dio in Cristo non è innalzato dall’amore per la Legge e per la giustizia di Dio, non è mai entrato in modo salutare nel nostro cuore. “Chi pratica la giustizia è giusto, com'egli è giusto.” (1 Giov. 3:7)Chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello.” (1 Giov. 3:10). Coloro che qui sono descritti come “non da Dio” non sono di certo gli irreligiosi che non frequentano le chiese, ma sono certamente quei religiosi che frequentano le comunità cristiane senza possedere la grazia salvifica nel loro cuore..

I cristiani nominali appaiono agli occhi del mondo come veri cristiani, ma essi non amano né i fratelli né la giustizia. L’amore per la giustizia sorge dal cuore che è nato di nuovo. Se non c’è in un’anima è perché quell’anima non è ancora stata trasformata e si trova ancora nei propri peccati.
Ogniqualvolta è sorta una razza d’uomini che sono stati posseduti e sopraffatti dal senso dell’amore e della giustizia di Dio, allora il mondo è stato messo sottosopra. Ciò si verificò al tempo di Cristo e degli apostoli. La stessa cosa accadde al tempo della Riforma Protestante. I cuori di Lutero, di Calvino, di Knox furono infiammati dall’amore per la Verità e per la giustizia. Questi furono uomini controllati da Dio. Essi ebbero la corretta concezione del suo carattere e lo videro come l’Iddio di perfetta luce e amore. Essi sentirono che la loro chiamata era quella di difendere la verità e la giustizia ad ogni costo. Essi non avrebbero mai potuto sopportare tutta l’opposizione che furono costretti a sostenere se non avessero conosciuto, nel modo più potente, l’Iddio che è “sopra tutte le cose benedetto in eterno” (Ro. 9:5).

Il modo in cui gli uomini conoscono Dio si riflette nel grado in cui essi rispondono alle richieste che egli fa alle loro vite. La nostra epoca, tristemente, ha prodotto gran quantità d’adorazione e di cristianesimo pratico di bassa leva. Questa è la prova migliore che la nostra conoscenza di Dio è veramente misera. Abbiamo saputo di uomini che ebbero grande zelo per il Signore, come Cromwell, Whitefield, Chalmers… ma ciò che determinò il loro cristianesimo e lo rese così efficace, sono stati in pochi a comprenderlo.
La potenza della religione autentica è la passione di applicare i principi della giustizia negli affari pratici della nostra vita sulla terra: a casa al lavoro, in chiesa, nella società e nella vita della Nazione. Gli apostoli lo hanno insegnato continuamente nelle loro epistole. La nostra difficoltà, oggi, è proprio in questo: “Da dove cominceremo in una società dove ormai la giustizia è quasi morta e sepolta?”
Possiamo cominciare con l’impegnarci personalmente a conoscere di più questo Dio di giustizia, e poi col supplicarlo chiedendogli che stenda ancora la sua mano potente ed abbia pietà di noi.

di Maurice Roberts (da “The Banner of Truth” magazine, July 1999) 

Per gentile concessione di http://www.solagrazia.it

  

 "Egli è la Roccia, l'opera sua è perfetta, poiché tutte le sue vie sono giustizia. E' un Dio di fedeltà e senza ingiustizia; egli è giusto e retto."
(Deuteronomio 32:4)

http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2014/04/liddio-giusto.html

ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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