per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

giovedì 7 luglio 2016

Tentazione o prova?


......voglio condividere questo insegnamento,scritto da un fratello in CRISTO GESU',
perchè DIO possa consolare,edificare e fortificare altri,come lo ha fatto con me....
La vita è piena di tante cose belle, ma la vita è anche piena di cose pesanti, di grandi dolori. La vita è piena di situazioni difficili, e affrontando queste situazioni, spesso cadiamo nel peccato. Ci sono prove che sono afflizioni, e spesso, ci portano allo scoraggiamento.
Oggi, voglio considerare le prove e le tentazioni della vita. Vorremo capire: qual è la differenza fra una prova e una tentazione? Vorremo capire da dove vengono le prove, e da dove vengono le tentazioni. Poi, a che cosa servono? Vogliamo capire come affrontarle, per poterle superare vittoriosamente, anziché cadendo.
Chiaramente, per considerare queste cose, non dobbiamo appoggiarci sul nostro intendimento, piuttosto dobbiamo andare alla Parola di Dio per scoprire ciò che Dio ci insegna in questo campo.
Prima di tutto, cosa intendiamo quando usiamo le parole “prova” e “tentazione”? È importante sapere che nel Nuovo Testamento, entrambe le parole derivano dalla stessa parola greca. La stessa situazione può essere vista come una prova o come una tentazione, in base alla prospettiva. Quindi, vogliamo imparare la prospettiva di Dio.
Spesso una prova o tentazione è una situazione difficile, che serve per verificare la vera condizione del cuore o del carattere di un uomo. Può anche essere un'opportunità di peccare.
Anche questo rivela il cuore dell'uomo. Se la persona non guarda a Dio, può rispondere alla prova peccando. Se invece guarda a Dio, quella prova fortifica la sua fede. Quindi, la prova è un qualcosa che rivela la condizione del cuore dell'uomo. Può essere un conflitto con un'altra persona, può essere un problema di salute, o un problema economico, o un'opportunità di peccare in qualsiasi modo.
Per capire meglio le prove e le tentazioni, e da dove originano e come servono, iniziamo considerando un brano importante, 2 Corinzi 12.
Nella prima parte di questo capitolo, Paolo descrive come ebbe il privilegio unico di essere rapito fino al terzo cielo, e anche in paradiso, per udire parole ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire.
È importante cercare di comprendere l'immensità di questo privilegio enorme, che solitamente non viene dato mai agli uomini. Da ciò che sappiamo, in quel momento della storia, nessuno altro apostolo aveva ricevuto questo privilegio. Sappiamo che anni dopo la morte di Paolo, l'apostolo Giovanni fu anche lui portato in cielo in modo da poter trasmetterci il libro della Apocalisse. Quindi Paolo aveva ricevuto un privilegio che nessuno degli altri apostoli avevano ricevuto. Certamente sarebbe stato facile insuperbirsi. Perciò Dio, che aveva dato questo privilegio a Paolo, gli mandò anche una terribile sofferenza, per proteggerlo dalla superbia.
Notate attentamente ciò che Paolo descrive nel versetto 7. Ve lo leggo:
“inoltre, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi affinché non m’insuperbisca.” (2Cor 12:7)
Notiamo attentamente i verbi. A Paolo è stata data una spina nella carne. Questa spina serviva per proteggerlo dalla superbia. Quindi, è chiarissimo che è stato Dio a dare questa spina a Paolo, perché è solo Dio che avrebbe voluto proteggerlo dalla superbia. Quindi Dio ha dato a Paolo una spina nella carne, per proteggerlo dal peccato.
Però, notate che questa spina era un angelo di Satana, che potremmo anche chiamare un demone, che serviva per schiaffeggiarlo per tenerlo lontano dalla superbia.
Questa spina era un grave e difficile problema fisico, che faceva soffrire molto Paolo. Il dolore veniva da Satana, in questo caso da un angelo di Satana. Però è stato mandato da Dio, per proteggere Paolo dalla superbia.
Chiaramente Satana non vuole proteggerci dalla superbia, anzi, la superbia è uno dei suoi peccati principali. Satana vuole farci cadere nel peccato, e perciò vuole che abbiamo superbia. Quindi, nonostante che Satana facesse soffrire Paolo, in realtà questa sofferenza aveva origine non in Satana, ma in Dio. Dio ha dato questa sofferenza per il bene di Paolo, Satana cercava di usare questa sofferenza per far cadere Paolo nel peccato. In altre parole, lo stessa avvenimento era una prova da parte di Dio per fortificare la fede di Paolo e per proteggerlo dal peccato, e da parte di Satana era una tentazione, per farlo cadere.
Paolo scelse di guardare a Dio in questa prova, e perciò anziché provocare il male nella sua vita, provocò un immenso bene, come leggiamo nei versetti 8-10.
“8 A questo riguardo ho pregato tre volte il signore che lo allontanasse da me. 9 Ma egli mi ha detto: "la mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza". Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. 10 Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte.” (2Cor 12:8-10 LND)
Questa prova era così pesante che ha spinto Paolo a pregare in tre occasioni implorando Dio di toglierla. Ma Dio ha fatto un'opera molto più grande che togliere la prova. Tramite la sofferenza, Paolo imparò di più della potenza di Cristo in lui, che era più visibile nella sua debolezza. Avendo capito questo, Paolo trovava diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, e nelle distrette, perché in questo modo poteva conoscere la potenza di Cristo in lui.
Questo brano è estremamente importante per aiutarci a capire che ciò che Satana intende per male, Dio lo intende per bene. Il sovrano controllo di Dio è tale che perfino ciò che Satana intende per male è uno strumento per il bene nelle mani di Dio.
Giuseppe in Egitto
Pensiamo alla storia di Giuseppe, il figlio di Giacobbe. Fu odiato dai suoi fratelli, e venduto come schiavo e portato in Egitto. Conosciamo la storia, e come Dio benedisse Giuseppe, ma poi fece sì che egli si trovasse ingiustamente in prigione, dove rimase per vari anni, per poi diventare secondo al comando in tutto l'Egitto. Nella provvidenza di Dio, tutte queste vicissitudini servivano per far arrivare i suoi fratelli in Egitto, per portare avanti il piano di Dio. Dopo che i suoi fratelli si furono trasferiti, e che il padre Giacobbe morì, i fratelli ebbero paura che Giuseppe avrebbe cercato di vendicarsi contro di loro. Vi leggo le parole di Giuseppe a loro che troviamo in Genesi 50:
19 Giuseppe disse loro: "non temete; sono io forse al posto di DIO? 20 Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare in vita un popolo numeroso. ” (Gen 50:19-20)
Notate le parole di Giuseppe: voi avete macchinato del male contro di me, ma Dio ha voluto farlo servire al bene. Le situazioni brutte sono mandate da Satana per farci del male, ma Dio le usa per farci del bene. Le prove, perfino le cose più terribili, sono strumenti nelle mani di Dio per portare il bene ai suoi figli.
Romani 8:28-30
Passiamo ora a Romani 8:28-30. Questo brano dichiara in modo chiaro che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio. Chiaramente, non succede niente per caso, ma succede perché Dio è sovrano su tutte le cose. Leggo Romani 8:28-30.
“28 or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento. 29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. 30 E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.” (Rom 8:28-30 LND)
Tutte le cose vuol dire tutte le cose! Dio controlla tutto in modo tale che tutte le cose, compresi il dolore e le difficoltà, che vengono usate per portare del vero bene nella vita di noi che siamo stati salvati. Abbiamo appena considerato come Dio ha usato la terribile sofferenza di Paolo per fortificare la sua fede, per fargli conoscere di più la potenza di Dio all'opera in lui, e per proteggerlo dalla superbia. Quindi anche ciò che Satana usa per cercare di far cadere nel peccato, Dio lo usa come strumento per il bene dei suoi figli.
Per poterci fidare del fatto che Dio fa cooperare tutto al bene, dobbiamo assolutamente capire e tenere in mente che solo il bene che Dio intende è il vero bene, non è vero il bene che è secondo il metro del mondo. Il mondo pensa al bene come una vita con poche difficoltà e poca sofferenza, una vita in cui tutti ci trattano con giustizia, e ci sono poche frustrazioni. Quello è il bene secondo il metro del mondo.
Dio intende tutta un'altra cosa per bene. Il bene che Dio produce in noi è il bene eterno di farci essere conformati all'immagine di Cristo.
Pensando all'esempio di Paolo, il bene che Dio ha prodotto nella sua prova non era di togliere il dolore, che evidentemente è rimasto, ma era di santificare Paolo e di fargli imparare una buona lezione che ricordava Gesù Cristo e la sua potenza in Paolo. Agli occhi del mondo, non c'era bene in quella prova, in quanto il dolore continuava. Agli occhi di Dio, e anche agli occhi di Paolo dopo che aveva capito, quella prova, quella sofferenza stava producendo un profondo bene. Quindi, quando pensiamo al fatto che Dio fa cooperare tutto per il bene di quelli che amano Dio, è essenziale ricordare che il bene non è una vita meno pesante, ma è una vita in cui conosciamo Dio di più.
1 Corinzi 10
Passiamo ora a considerare 1Corinzi 10. Questo capitolo inizia avvertendoci di non peccare come peccarono i figli di Israele. Leggiamolo insieme iniziando dal versetto 1. 1Corinzi 10:1-6.
“1 Ora, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola e tutti passarono attraverso il mare, 2 tutti furono battezzati per Mosé nella nuvola e nel mare, 3 tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale, 4 e tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo. 5 Ma Dio non gradì la maggior parte di loro; infatti furono abbattuti nel deserto, 6 Or queste cose avvennero come esempi per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi fecero,” (1Cor 10:1-6 LND)
Non tutti coloro che sono usciti dall'Egitto appartenevano veramente a Dio. Similmente, non tutti coloro che si dichiarano credenti sono veramente salvati. Ciò che accadde ai figli d'Israele è un avvertimento per noi, per aiutarci a non cadere in quei peccati in cui loro sono caduti, e per cui furono abbattuti nel deserto.
Leggo alcuni di questi peccati dal versetto 7 a 10.
“7 e affinché non diventiate idolatri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: "il popolo si sedette per mangiare e per bere, e poi si alzò per divertirsi". 8 E non fornichiamo, come alcuni di loro fornicarono, per cui ne caddero in un giorno ventitremila. 9 E non tentiamo Cristo, come alcuni di loro lo tentarono, per cui perirono per mezzo dei serpenti, 10 E non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, per cui perirono per mezzo del distruttore.” (1Cor 10:7-10 LND)
Notate che questi peccati erano così gravi che Dio uccise tanti di loro. Questi peccati comprendevano anche i peccati di mormorare e di tentare Dio, lamentandosi di ciò che Egli aveva provveduto per loro, e mormorando quando non c'era cibo e non c'era acqua.
Attenzione: mancare cibo e acqua nel deserto è un problema gravissimo. Al popolo di Dio poteva sembrare che sarebbero morti. Però, il fatto che scelsero di mormorare per questo vero problema fu considerato da Dio come un grave peccato. Infatti, e Egli uccise vari di loro per questo motivo.
Nonostante che il problema fosse così grave, non avrebbero dovuto mormorare. Era stato Dio stesso a guidarli fino a quel punto. Avrebbero dovuto fidarsi di Dio. Egli aveva promesso che li avrebbe fatti arrivare nella terra promessa.
Similmente per noi, dobbiamo ricordare che Dio è sovranamente in controllo degli avvenimenti della nostra vita, e quando arrivano situazioni difficili, è perché sono state ordinate così da Dio. Queste situazioni, queste prove, non dovrebbero farci cadere nel peccato, piuttosto dovrebbero servire per stimolare la nostra fede, in modo che possiamo vedere più l'opera di Dio.
Infatti, vi faccio una domanda. Che cosa fortifica di più la fede? Quando Dio provvede tutto per noi in modo che non ci sono prove, oppure, quando Dio ci manda le profonde prove, ma poi provvede la via di uscita in modo visibile, come vediamo tante volte nella Bibbia, e anche nella vita?
Chiaramente, è quando ci sono gravi prove che riconosciamo di più la provvisione di Dio, e questo aumenta la nostra fede. Quindi, l'opera di Dio nella nostra vita non è per darci una vita comoda con pochi problemi, piuttosto l'opera più grande di Dio è di aumentare la nostra fede, in modo da santificarci.
Vado avanti, e leggo il versetto 11:
“or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età.” (1Cor 10:11 LND)
Il racconto dei figli d'Israele serve per il nostro avvertimento. Serve per farci capire che il nostro modo di rispondere alle circostanze trasforma la stessa situazione in una prova che fortifica la nostra fede, o in una tentazione che ci porta a peccare. Non è la situazione che ci fa peccare, ma è come noi viviamo quella situazione. Questo è il messaggio di questo brano.
E perciò dobbiamo tenere in mente che se non guardiamo a Dio, peccheremo. Infatti, il prossimo versetto, il versetto 12, ci avverte del pericolo di cadere nel peccato come loro. Leggo il versetto 12.
“perciò, chi pensa di stare in piedi, guardi di non cadere.” (1Cor 10:12 LND)
Chi pensa di stare in piedi, ovvero chi si ritiene forte, può facilmente cadere nel peccato. Perciò, dobbiamo considerare ogni difficoltà ed ogni prova come un'opportunità di guardare a Dio con fede.
Un versetto chiave
Infatti, ora arriviamo al versetto 13, un versetto molto importante per quanto riguarda il comprendere le prove della vita. Ho detto all'inizio di questo sermone che nel Nuovo Testamento, la parola “prova” è la parola “tentazione” derivano dalla stessa parola greca. Per esempio, qui in 1Corinzi 10:13 troviamo questa parola greca tradotta con “tentazione”, mentre in Giacomo 1 troviamo la stessa parola tradotta con “prova”. Tenete in mente questo mentre leggo ora il versetto 13.
“nessuna tentazione vi ha finora colti se non umana, or Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate
Nel leggere questo versetto, è indifferente che diciamo tentazione o prova. Il senso è uguale. Tutte le prove, tutte le cosiddette tentazioni, che arrivano nella nostra vita sono umane. Non succede nulla a noi che non succede anche ad altri. Questo è una verità importante da ricordare, perché molto facilmente crediamo alla menzogna che le nostre prove, le nostre difficoltà sono più dure di quelle degli altri. Non è vero! Tutte le nostre tentazioni sono umane!
Poi troviamo la meravigliosa e preziosa verità che Dio è fedele. Dio è fedele, Egli non cambia mai, Egli mantiene sempre la sua parola. Dio è fedele, e non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Satana non ha il potere di mandarci una prova o una tentazione se non è quella stabilita da Dio. Vediamo questa realtà più volte nella Bibbia, come nell'esempio di Giobbe e di Paolo. Satana non può decidere quale prova mandarci. Questa è una decisione che Dio tiene sempre per sé.
Dio sa quante forze ci ha dato, e sa dosare la prova in modo esatto e preciso. Egli non permette che arrivi una prova oltre le nostre forze. È vero che spesso a noi sembra che una prova sia troppo pesante, ma questo è perché Dio conosce le nostre forze meglio di quanto le conosciamo noi.
Se ricordiamo questa verità, non diremo mai di non farcela più. Certamente, può facilmente sembrare che non ce la facciamo, però quel pensiero è una menzogna, nega questa promessa da parte di Dio. Dio è fedele, e anche se sembra che non ce la facciamo più, in realtà possiamo superare qualunque prova che Dio ci dà, perché Egli, essendo fedele, non permette che siamo provati oltre le nostre forze.
Con ogni tentazione, ci dà anche la via di uscirne. La via di uscire da una prova non è una via di evitare la prova, ma è la via per passare la prova e uscire dall'altra parte. Infatti, Dio non ci fa evitare le prove perché le prove sono gli strumenti che Egli usa per fortificare la nostra fede e per conformarci all'immagine di Gesù Cristo.
Il versetto conclude dicendo "affinché la possiate sostenere". Ciò che ci permette di superare la prova vittoriosamente è il fatto di sapere che Dio è in controllo, e che ci farà superare la prova. La chiave per superare le prove è di tenere i nostri occhi su Dio, e ricordare le sue promesse, e che Dio è fedele, ed è con noi! Se dimentichiamo queste cose, allora a noi potrà sembrare impossibile sostenere la prova.
Alla luce di questo, vi esorto e vi incoraggio a tenere in mente in ogni prova e tentazione che Dio, il nostro Padre celeste, è in controllo, ha disegnato questa prova per te, e sta usando questa prova per portare buon frutto nella tua vita. Non dobbiamo mai disperarci nelle prove, non dobbiamo mai credere la menzogna che non riusciamo più a sopportarne il peso, perché Dio è fedele, e non permetterà una prova troppo pesante per noi. Dio è sempre in pieno controllo delle nostre prove.
Giacomo 1:2-18
La chiave è nel capire e ricordare che non è la prova in sé che produce la gioia, è piuttosto ciò che la prova produce in noi che ci dà gioia. La gioia sta nel ricordare che Dio sta usando quella prova per produrre un bene eterno in noi.
Notate qui che la prova viene chiamata “la prova della nostra fede”. Le prove sono strumenti che Dio usa per mettere alla prova la nostra fede, per raffinarla e rinforzarla. Abbiamo visto che il terribile dolore di Paolo aveva creato in lui una fede più grande, per cui egli era grato a Dio. Vediamo questa realtà volta dopo volta nella Bibbia, e anche nella vita di oggi osservando tanti credenti.
Notiamo ciò che la prova della nostra fede produce. Prima di tutto, produce costanza, che è costanza della fede. Questa costanza compie in noi un'opera perfetta. Tramite le prove Dio opera per renderci perfetti e completi, in nulla mancanti. In altre parole, senza le prove siamo molto mancanti ed imperfetti, e siamo incompleti. La nostra fede non è matura, non è perfetta. Sono proprio le prove che Dio usa per maturare e purificare e rinforzare la nostra fede.
Caro credenti(e), è vero che le prove sono difficili al momento, ma sono strumenti nelle mani di Dio per prepararti per l'eternità con Lui.
Andando avanti, dal versetto 5 a 8 leggiamo che se abbiamo bisogno di sapienza, la possiamo chiedere con fede a Dio, ed Egli ce la darà. Leggo dal versetto 5:
“5 ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, 8 perché è un uomo dal cuore doppio instabile in tutte le sue vie.” (Giacomo 1:5-8 LND)
Spesso, in mezzo alle prove profonde, al dolore difficile, alle afflizioni ardue, abbiamo bisogno di chiedere a Dio la sapienza, per capire come procedere. Quando chiediamo fidandoci che Dio ama rispondere a questa preghiera, Egli risponderà, e ci darà la sapienza che serve. Non ci spiegherà il perché di ogni prova, perché quello Dio non ce lo rivela. Piuttosto, ci ricorderà che Egli è in controllo, e che sta facendo tutto per portare avanti la sua buona opera in noi.
Saltiamo giù e leggiamo il versetto 12.
“beato l’uomo che persevera nella prova, perché, uscendone approvato, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a coloro che l’amano.” (Giacomo 1:12 LND)
Qua, Dio ci ricorda che chi persevera nella prova, ovvero chi continua a guardare a Dio, sarà beato, e riceverà la corona della vita. Qua troviamo una chiave per superare le prove. Dobbiamo perseverare, dobbiamo continuare a guardare a Dio, fidandoci che Egli è in controllo, non perché
Bibbia, e ci fidiamo della sua Parola!
Quando siamo tentati, nessuno deve dire che è stato Dio a tentarlo. Dio non tenta nessuno, ovvero, Dio non spinge mai qualcuno a peccare. Eppure, tendiamo ad accusare Dio, anche in modo indiretto, accusando la provvidenza di Dio. Quando Adamo ed Eva peccarono, e Dio chiese ad Adamo che cosa avesse fatto, Adamo rispose accusando indirettamente Dio, dicendo che era stata la donna che Dio gli aveva messo al fianco che gli aveva dato da mangiare il frutto proibito. Però in realtà, Dio non ci spinge mai a peccare.
Piuttosto, questo brano ci spiega che siamo tentati a causa della nostra propria concupiscenza. Non sono le cose al di fuori di noi che ci portano a peccare, ma piuttosto è la concupiscenza dentro di noi. La nostra concupiscenza utilizza le opportunità che le prove e le tentazioni danno, per spingerci al peccato. Il peccato quando è consumato, genera la morte.
Vediamo tanti esempi di questa verità nella Bibbia, come anche nella vita. Per esempio in Matteo 5 Gesù insegna che anche se un uomo guarda una donna con desiderio ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Il desiderio è nel cuore. In Matteo 15 Gesù spiega che ciò che contamina l'uomo è ciò che esce dal suo cuore. Il peccato è dentro di noi, non è una tentazione esterna che ci porta a peccare.
In Giacomo 4, leggiamo che pecchiamo perché abbiamo passioni sbagliate, che sono le nostre concupiscenze. Leggo Giacomo 4:1-3.
“1 Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? Non provengono forse dalle passioni che guerreggiano nelle vostre membra? 2 Voi desiderate e non avete, voi uccidete e portate invidia, e non riuscite ad ottenere; voi litigate e combattete, e non avete, perché non domandate. 3 voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.” (Giacomo 4:1-3 LND)
Ciò che in questo brano viene chiamato “le passioni” non sono altro che le nostre concupiscenze. Quindi, ricordate che Dio non tenta mai nessuno, e non è ciò che succede intorno a noi che ci fa peccare. Piuttosto il peccato è dovuto a causa della nostra concupiscenza, che ci porta a desiderare ciò Dio non ci ha dato.
Dio non tenta nessuno. Dio ci manda le prove che ci portano del bene se guardiamo a Lui. È la nostra concupiscenza che trasforma quella prova, che dovrebbe portarci del bene, in una tentazione in cui cadiamo. La colpa non è mai di Dio, la colpa è della nostra concupiscenza.
In realtà, ogni buona donazione e ogni dono perfetto vengono dall'alto, vengono da Dio. Dio è la fonte di ogni buon dono che riceviamo in tutta la vita. Ed è per questo che è importante abbondare nel ringraziamento.
Ricordati che le prove servono per proteggerti dal peccato, non per farti peccare. Dio sapeva esattamente ciò che serviva a Paolo per proteggerlo dalla superbia. E Dio sa quali sofferenze servono a noi, per proteggerci dai nostri peccati.
Tramite le prove, Dio sta portando a compimento la sua buona opera in noi, fino al giorno di Cristo.
Quindi, la chiave per superare le nostre prove è di tenere gli occhi su Dio, di ricordare le sue promesse, e di fidarci di Lui. Quando facciamo così, ciò che prima ci affliggeva e ci faceva stare molto male può essere motivo di grande gioia, perché ricorderemo ciò che Dio sta facendo tramite le prove della nostra fede.
E quando cadiamo in tentazione, non dobbiamo mai attribuire la nostra caduta alle circostanze intorno a noi. Piuttosto dobbiamo riconoscere che abbiamo peccato a causa della concupiscenza dentro di noi. Perciò confessiamo ogni peccato, e riposiamoci in Cristo mentre aspettiamo il suo ritorno.
Ringrazio Dio che Egli è in controllo. Prego che possiamo tenere in mente le preziose promesse di Dio.

da una riflessione della sorella Rosa Chiara Anna Pascuzzi

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