per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

giovedì 22 dicembre 2016

Il rifiuto del Ravvedimento

Se il vostro pastore non predica il ravvedimento e la conversione a Cristo per entrare nel regno di Dio e anche si rifiuta di chiamare il peccato con il suo vero nome, predicando e mettendo in guardia le persone da esso, sappiate che si tratta in realtà di un agente di Satana sotto mentite spoglie, incaricato dal diavolo in persona per sedurre quante più anime possibili, col fine ultimo di mandarle in perdizione per tutta l'eternità. Il ravvedimento è il cuore dell'evangelo. È infatti una dottrina fondamentale: “Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello perfetto, e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio” (Ebrei 6:1). Purtroppo però, oggigiorno il ravvedimento costituisce il pezzo mancante del vangelo moderno, che è un altro vangelo, e coloro che lo predicano sono sotto la maledizione di Dio, secondo che è scritto: “Ma quand'anche noi, quand'anche un angelo del cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v'abbiamo annunziato, sia egli anatema. Come l'abbiamo detto prima d'ora, torno a ripeterlo anche adesso: Se alcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” (Galati 1:8-9).
La Scrittura ci ha messo più volte in guardia e ci ha anche esortati a vegliare sempre per non cadere vittime dei falsi profeti e dottori degli ultimi tempi. Il bisogno di avere discernimento spirituale è cruciale proprio perché costoro sorgeranno di mezzo a noi (Atti 20:30 ; 2 Pietro 2:1), avendo nell'esteriore l'apparenza di pecore ma essendo dentro dei lupi rapaci (Matteo 7:15), si sono intrusi in mezzo a noi (Giuda 1:4), per introdurre di soppiatto le loro eresie di perdizione (2 Pietro 2:1). Addirittura possono fare “gran segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Matteo 24:24). Costoro sono dei “falsi apostoli, degli operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. E non c'è da maravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque gran che se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia; la fine loro sarà secondo le loro opere” (2 Corinzi 11:13-15).
Il pericolo è aggravato dal fatto che negli ultimi tempi molti “non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d'udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole” (2 Timoteo 4:3-4). Questa condizione è simile a quella vissuta dal profeta Geremia ai suoi tempi: “Cose spaventevoli e orride si fanno nel paese: i profeti profetano bugiardamente; i sacerdoti governano agli ordini de' profeti; e il mio popolo ha piacere che sia così. E che farete voi quando verrà la fine?” (Geremia 5:30-31). Sono veramente tanti oggi a spalancare le porte e dare il benvenuto, nonché ad abbracciare il messaggio falso ed ingannevole predicato dai falsi ministri del Vangelo.
Grazie a Dio, non solo il Signore ci mette in guardia dai falsi ministri (apostoli, profeti, pastori, evangelisti e dottori), ma ci mostra anche nella Sua Parola come riconoscerli e distinguerli dai veri ministri del Vangelo.
Innanzitutto i falsi ministri minimizzano e banalizzano il peccato, mentre quelli veri predicano il ravvedimento e condannano il peccato che è “la violazione della legge” (1 Giovanni 3:4). Esortare le persone a ravvedersi dai loro peccati e a tornare a Dio è parte integrale del messaggio che un uomo di Dio deve predicare. Prendiamo ad esempio il profeta Michea. Egli contrastò con il suo ministerio i falsi profeti e sacerdoti del suo tempo che amavano il male e avevano in odio il bene, sviando quindi il popolo da Dio: “Ma, quanto a me, io son pieno di forza, dello spirito dell'Eterno, di retto giudizio e di coraggio, per far conoscere a Giacobbe la sua trasgressione, e ad Israele il suo peccato” (Michea 3:8). Infatti non è un caso che tutti i profeti mandati da Dio predicassero il ravvedimento: “ho continuato a mandarvi ogni mattina tutti i miei servitori i profeti per dirvi: - Convertitevi dunque ciascuno dalla sua via malvagia, emendate le vostre azioni, non andate dietro ad altri dèi per servirli...” (Geremia 35:15) ed anche: “Eppure l'Eterno avea avvertito Israele e Giuda per mezzo di tutti i profeti e di tutti i veggenti, dicendo: 'Convertitevi dalle vostre vie malvage, e osservate i miei comandamenti e i miei precetti, seguendo in tutto la legge che io prescrissi ai vostri padri, e che ho mandata a voi per mezzo dei miei servi, i profeti'” (2 Re 17:13).
Il ravvedimento rimane sempre un elemento essenziale anche negli scritti del Nuovo Testamento. Giovanni Battista predicava il ravvedimento (Matteo 3:1-2). Gesù predicava il ravvedimento (Matteo 4:17). Pietro e Paolo predicavano il ravvedimento (Atti 2:38 ; 3:19 ; 26:20). Nelle sette lettere indirizzate alle Chiese dell'Asia Minore, Gesù continuò ad evidenziare l'importanza del ravvedimento (Apocalisse 2:5,16,21-22 ; 3:3,19). Chi è davvero pio e devoto non eluderà il problema reale del peccato, ma continuerà a battere sull'argomento, esortando duramente le persone a ravvedersi dai loro peccati, ad abbandonare le loro vie malvagie e a convertirsi dalle loro opere infruttuose.
Invece i falsi profeti e dottori attenuano la gravità del peccato. Di loro dice il Signore: “Dicono del continuo a quei che mi sprezzano: 'L'Eterno ha detto: Avrete pace'; e a tutti quelli che camminano seguendo la caparbietà del proprio cuore: 'Nessun male v'incoglierà'” (Geremia 23:17) ed anche: “La mia mano sarà contro i profeti dalle visioni vane e dalle divinazioni menzognere; essi non saranno più nel consiglio del mio popolo, non saranno più iscritti nel registro della casa d'Israele, e non entreranno nel paese d'Israele; e voi conoscerete che io sono il Signore, l'Eterno. Giacché, sì, giacché sviano il mio popolo, dicendo: Pace! quando non v'è alcuna pace, e giacché quando il popolo edifica un muro, ecco che costoro lo intònacano di malta che non regge, di' a quelli che lo intònacano di malta che non regge, ch'esso cadrà” (Ezechiele 13:9-11). Anziché condannare il peccato e riprendere coloro che si danno ad esso, loro fortificano le mani dell'empio perché non si converta dalla sua via malvagia per ottenere la vita (Ezechiele 13:22).
Il ravvedimento biblico è composto da tre elementi base: una tristezza genuina verso Dio (2 Corinzi 7:9-10), una separazione radicale dal peccato (Ebrei 6:1 ; Atti 26:20) ed una vera e propria sottomissione alla volontà di Dio (Atti 9:6 ; 1 Tessalonicesi 1:9). In altre parole, il ravvedimento comporta un cambiamento radicale nella vita di una persona: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Esso è necessario ai fini della salvezza. Una persona non potrà mai credere se prima non si è ravveduta dei suoi peccati.
Le Chiese oggi sono piene di persone che non si sono mai ravvedute dai loro peccati e non hanno mai sperimentato la nuova nascita. La colpa è da ricercare nella negligenza dei pastori e anche nella loro ignoranza biblica. Riguardo alle persone loro sembrano ragionare in questi termini: "se riusciamo a portarle prima al locale di culto, dopo sarà più facile lavorare sulla loro salvezza" o anche: "non diciamo niente che possa turbarli, men che meno spaventarli". Naturalmente la parola "ravvedimento" e "peccato" provocano entrambi questi sentimenti nella persona perduta e morta spiritualmente. Ma Dio non lascerà impuniti coloro che pur sapendo fare il bene, non lo fanno e commettono quindi peccato (Giacomo 4:17). Di costoro il Signore avverte chiaramente che dovranno rispondere direttamente a Lui del sangue dell'empio: “Quando io dirò all'empio: - Certo morrai, - se tu non l'avverti, e non parli per avvertire quell'empio di abbandonar la sua via malvagia, e salvargli così la vita, quell'empio morrà per la sua iniquità; ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano” (Ezechiele 3:18).
Pastori e voi tutti che temete Iddio siete quindi avvisati. Fate tesoro di queste parole e studiatevi di predicare tutto il consiglio di Dio senza tralasciare la dottrina del ravvedimento. Non limitatevi a dire alle persone: “Credi nel Signor Gesù, e sarai salvato tu e la casa tua” (Atti 16:31). Questo passo è successivo all'annuncio del Vangelo all'incredulo e quindi anche all'esortazione a ravvedimento. Cristo predicò: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all'evangelo” (Marco 1:15). In altre parole Egli voleva dire: "prima ravvedetevi e poi credete". Altrimenti come potrebbe una persona credere se non ha prima la consapevolezza di essere perduto a causa del suo peccato? Non possiamo far credere alla gente di essere guarita dal peccato quando non sa neppure di essere malata. Mettiamo loro le vesti della giustizia quando non conoscono neppure il bisogno che hanno di credere. Questa gente finisce per pensare: "Non può essere sconveniente aggiungere Gesù alla mia vita".
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